martedì 17 luglio 2012

SARDE A BECCAFICO una variante


E’ una sfida che a noi cuoche entusiasma particolarmente, rivalutando e rielaborando prodotti fino a poco fa considerati troppo economici per essere reputati degni di apparire su una tavola importante, tentiamo di trovare il buono in questa crisi economica (anche se la vedo dura) cercando, in giro per mercati e pescherie, di accaparrarci l’ultimo kl di sarde, moli, alici ecc… Li preferiamo a pesci più costosi e ricerchiamo ricette particolari per far si che i protagonisti possano uscire dallo stereotipo di pesce “poverello”; un’etichetta affibbiatogli nel corso dei decenni. Eccola la nostra sfida quotidiana!
La storia delle sarde a beccafico rappresenta la giusta sintesi del concetto, ricetta nata quale reinvenzione popolare di una preparazione un po’ troppo costosa ma famosissima nelle cucine dei nobili siciliani di un tempo, sto parlando di beccafico, un tipo di volatile pregiato. I nobili cacciavano mentre il popolo pescava, si racconta che le massaie siciliane per compensare l’assenza del sapore deciso delle interiora dei beccafichi utilizzavano prodotti di uso comune, quale pane, pinoli e succo d’arancia, così per attenuarne il sapore.
A dir il vero questa storia mi fa un pò tristezza, l’assenza di possibilità, l’arte dell’arrangiarsi, le grandi disparità sociali mi hanno sempre scatenato sentimenti di rabbia e malinconia, ma è così e nessuno può cambiare le cose; piuttosto si possono modificare dandogli nuova forma. Le mogli dei pescatori siculi ci riuscirono, tanta gente ancora ci riesce. Non importa se sulla tavola ci sia aragosta o trippa, l’importante è sorridere e amare. Non è retorica quella che faccio, ma ci sono giorni in cui lo sgomento assale un po’ tutti, i Tg non parlano d’altro se non di recessione, spread, disoccupazione e pessimismo più assoluto! Allora sono costretta a non accendere la tv, faccio come lo struzzo alcuni giorni, seppellisco le orecchie! Poi la realtà ribussa alla mia porta in modo prepotente così da costringermi ad aprire, ma ho imparato a combattere attraverso i miei sogni e se casomai la speranza si affievolisce, mi sparo uno di quei filmoni che ti caricano, quelli che ti fanno capire che i popoli in tutti i tempi hanno sofferto, ma, grazie alla forza che si ha dentro, la gioia di vivere non può essere mai minata. Pablo Neruda diceva: Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera. Però io preferisco citare il mio filmone.
Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete: senza libertà cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che POSSONO TOGLIERCI LA VITA, MA NON CI TOGLIERANNO MAI LA LIBERTÀ! (William Wallace)
Ingredienti per 4 persone:
Sarde 800 gr.
Provola affumicata o provolone 150 gr.
Pangrattato 2 cucchiai
Pinoli 1 cucchiaio
2 porri
Semi di finocchio 2 cucchiai
Aceto 1 cucchiaio
Uvetta 1 cucchiaio
1 spicchio d’aglio
1 pizzico di zucchero
Olio q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
Procedimento: le sarde saranno pulite da ogni interiora, testa e lische (la ricetta originale vuole che resti la codina che ricordava le piume dei beccafichi, io ho tolto tutto invece), spruzzate con poco aceto e sale. Scaldate in una padella con olio lo spicchio d’aglio sminuzzato finemente e ad olio caldo fate soffriggere il pangrattato per un paio di minuti mescolando di continuo. Preparate un composto con tutti gli altri ingredienti, pangrattato e aglio passato in padella, provola o provolone tagliati a cubetti molto piccoli, pinoli leggermente pestati, uvetta precedentemente tenuta a mollo nell’acqua, il sale, il pepe, un pizzico di zucchero, e l’uovo sbattuto. Cospargete le sarde con un po’ di composto e arrotolatele su se stesse. Ponetele in una teglia da forno con unta di olio, ponete sulle sarde le rondelle dei porri precedentemente affettate e i semi di finocchio. Ancora un giro di olio e si inforna pochi minuti (10-15) a forno abbastanza caldo l’importante che il formaggio si sciolga e il porro si abbrustolisca, la cottura sarà molto veloce.
 

6 commenti:

  1. Cara dopo aver letto la tua presentazione(commento)e visto la tua ricetta non so quale apprezzare di più(la tua cucina o la tua letteratura).In entrambi casi..brava,alla prossima.

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  2. bravissima,molto diversa da come li preparo io ma mi piace molto la tua variante:)

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  3. il piatto è delizioso ma cara elena concedimi di fare un elogio al tuo post. Sono assolutamente d'accordo con te! e riflettiamo sulle tue considerazioni. un abbraccio forte forte

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    1. grazie di cuore, noi amiamo e sorridiamo questo è ciò che conta! ;)

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Le buone parole valgono molto e costano poco.

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